Tra gli esami diagnostici richiesti con sempre maggiore frequenza la Risonanza Magnetica (RM) occupa certamente un posto di primo piano. Si tratta di una tecnica diagnostica basata sull’utilizzo di un campo magnetico e onde elettromagnetiche a radiofrequenza in grado di fornire immagini dettagliate del corpo umano; in particolare, la RM, offre la possibilità di discriminazione tra tipologie di tessuti, talora non apprezzabile con altre tecniche radiologiche.

Le apparecchiature preposte a tale esame possono essere distinte in RM ad alto campo e RM a basso campo, quest’ultime presentano il vantaggio di essere  “aperte”, ma lo svantaggio di  avere un potere di risoluzione ridotto. Il progresso tecnologico ha consentito di progettare apparecchiature sempre più prestazionali modificando, in particolare, due parametri: la potenza (tesla) che significa maggiore potere di risoluzione e minore tempo per l’esecuzione dell’esame  e le dimensioni del tubo, sempre più largo e corto, non più chiuso all’estremità  e con spazi laterali sempre più ampi tali da consentire a quest’ultime la definizione di macchina aperta. Nonostante tutto la RM porta con se la paura di restare chiusi in uno stretto tubo retaggio che la RM si trascina dalle prime macchine, che risalgono a oltre 20 anni fa quando in effetti erano costituite da un tunnel stretto e lungo.

I timori più frequenti sono:

  • Paura di soffocare: “non riuscirò a respirare”, “soffocherò”
  • Paura di perdere il controllo: “perderò il controllo”, “impazzirò”, “andrò fuori di testa”
  • Paura di danni subiti dalla macchina: “qualcosa andrà storto mentre sono qui dentro”

e uno studio pubblicato sul Journal of Behavioural Medicine riporta che il 13% del campione esaminato ha avuto importanti reazioni claustrofobiche durante l’esame.

Oltre ai pazienti claustrofobici altre categorie di pazienti che hanno difficoltà ad eseguire l’esame sono i disabili con ritardo mentale ed i bambini al di sotto dei cinque anni. Per consentire anche a questo ristretto numero di utenti l’esecuzione della RM bisogna allora ricorrere alla sedazione cosciente o alla narcosi. Queste pratiche mediche, proprio perché non terapeutiche, devono essere praticate in assoluta sicurezza per cui bisogna rispettare gli stessi standard consigliati dalle società scientifiche di Anestesia e Rianimazione.

Allo Studio Radiologico di Siderno l’atto medico della sedazione/narcosi è preceduto da un colloquio utile per informare dettagliatamente il paziente (cosa è e come si svolge l’esame in sedazione), conoscerlo dal punto di vista medico e dare un primo giudizio di idoneità. Questo primo colloquio si è rivelato particolarmente importante per i bambini che se “responsabilizzati” ed informati correttamente riescono spesso a fare la RM senza dover ricorrere alla sedazione. Dopo il primo incontro il paziente invia l’esito degli esami richiesti e se nulla osta, è fissata la data e l’ora dell’esame di RM.

Durante la sedazione/narcosi i parametri rilevati dal monitor multiparametrico sono l’attività elettrica cardiaca (ecg) con la rilevazione in continuo della frequenza cardiaca, la saturazione periferica di ossigeno, la pressione arteriosa rilevata periodicità stabilita dall’anestesista.

Contemporaneamente l’apparecchio di anestesia rileva altri dati relativi al respiro e cioè la frequenza respiratoria, il Tidal Volume (quantità di aria che entra ed esce dal polmone ad ogni atto), il Volume Minuto (quantità di aria che entra ed esce dal polmone ad ogni minuto), la curva pressione/tempo delle vie aeree,  la curva Volume/tempo e la curva flusso/tempo, altri dati rilevabili sono la quantità di anidride carbonica espirata dal paziente ad ogni atto del respiro e se viene condotta un’anestesia con anestetici volatili la quantità di anestetico inspirato ed espirato da paziente per singolo atto respiratorio.

Da quanto detto è evidente, dunque, quale grande rilevanza abbia per lo Studio Radiologico l’attenzione ai dettagli nell’interesse dell’utenza specie quella più fragile.